Il Museo Egizio di Torino presente in quattro continenti
Con tre mostre in contemporanea e la ripresa delle attività di scavo archeologico in Egitto, la prestigiosa Istituzione torinese realizza il suo obiettivo di internazionalizzazione e porta Torino nel mondo TORINO - Il Museo Egizio di Torino, da ieri, si trova impegnato contemporaneamente in quattro continenti: Europa, America, Asia e Africa. Il 10 aprile 2018 è stata infatti aperta la mostra dal titolo “Regine d’Egitto” a Pointe-à-Callière, Cité d'archéologie et d'histoire de Montréal, in Canada, alla presenza dell’egittologa e curatrice Alessia Fassone, del responsabile delle collezioni Marco Rossani e dalla restauratrice Sara Icardi. Allo stesso tempo, il tour in Cina, iniziato lo scorso dicembre, continua con l’inaugurazione della seconda tappa della mostra “Egypt. House of Eternity” presso lo Shanxi Museum a Taiyuan che verrà aperta al pubblico il 13 aprile, alla presenza di Samanta Isaia, direttore esecutivo del Museo Egizio, Paolo Marini, egittologo coordinatore delle mostre itineranti e Giulia Gregori restauratrice che ha accompagnato la trasferta e l’allestimento dei reperti. La prima tappa ospitata all'Henan Provincial Museum di Zhengzhou, si è chiusa con oltre 1.000.000 di visitatori che hanno confermato l’interesse per l’antico Egitto, una civiltà quasi del tutto sconosciuta al pubblico cinese. A Torino, nel frattempo, la mostra “Anche le statue muoiono. Conflitto e patrimonio tra antico e contemporaneo”, aperta lo scorso 8 marzo, in un solo mese, ha già accolto più di 20mila persone. L’esposizione, frutto della collaborazione dell’Egizio con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, i Musei Reali, e il Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino, ha lo scopo di promuovere una riflessione su un tema di stringente attualità, quale la distruzione sistematica e consapevole del patrimonio culturale. Infine, a Saqqara, uno dei siti archeologici più importanti dell’Egitto, a circa 30 km a sud del Cairo, il Museo Egizio ha ripreso le attività di scavo della missione italo-olandese a cui partecipa con il Museo di Antichità e l’Università di Leiden. Il Direttore Christian Greco, Paolo Del Vesco, Alice Salvador e Nicola Dell’Aquila sono parte del team di ricerca internazionale impegnato nella necropoli del Nuovo Regno, a nord della tomba di Maya e Merit, dove, nel 2017, sono state ritrovate due piccole cappelle di Età Ramesside. La Presidente Evelina Christillin ha evidenziato come la proficua collaborazione con musei e istituzioni culturali di tutto il mondo confermi la vocazione internazionale dell’Egizio. “Il confronto e l’approfondimento scientifico sono alla base dell’attività del Museo che ha posto la ricerca al centro della sua rinascita, per offrire sempre nuovi contenuti sulla collezione”. - Ha spiegato Christillin - “Ancora una volta portiamo Torino nel mondo, non solo con mostre di grandissimo richiamo, ma anche con cicli di conferenze che diventano un’ottima occasione di promozione turistica per la città. Il tour in Cina sta favorendo contatti sempre più proficui con il grande Paese asiatico; ci auguriamo che con il Canada e successivamente con gli Stati Uniti (sono in via di definizione accordi con Washington e con Kansas City) possano svilupparsi analoghe opportunità, per la creazione di percorsi formativi, scientifici, e perché no, anche turistici”. ...